Aprire un conto aziendale in Italia comporta oggi una valutazione attenta di costi, funzionalità offerte e requisiti normativi, soprattutto alla luce della digitalizzazione del settore bancario e del crescente numero di offerte pensate specificamente per imprese di qualsiasi dimensione. I costi variano sensibilmente tra banche tradizionali e soluzioni fintech, spaziando da piani a canone zero fino a soluzioni premium dedicate a strutture complesse. Scegliere il conto giusto significa non solo considerare le spese, ma anche l’efficienza gestionale che la banca può garantire.
Costi principali e voci di spesa
Le principali banche e piattaforme digitali offrono una certa trasparenza sui costi fissi e variabili legati ai conti aziendali. L’apertura del conto è spesso gratuita presso la maggior parte degli istituti, specialmente online, così come avviene per le banche più innovative e le fintech. Tuttavia, esistono poi spese ricorrenti che devono essere valutate:
- Canone mensile o annuale: La fascia più economica delle offerte parte generalmente da circa 5-10 euro al mese per i piani base destinati a liberi professionisti e microimprese. Ad esempio, il conto aziendale Fineco prevede un canone mensile di 5,95 euro, mentre Deutsche Bank propone soluzioni a partire da 9 euro al mese con un certo numero di operazioni incluse, variabile a seconda del piano selezionato.
- Piani premium e su misura: Per le aziende in crescita e per chi gestisce team, i costi salgono: i conti business digitali propongono, ad esempio, piani “Grow” da 30 euro al mese o “Scale” da 90 euro al mese. Per strutture molto complesse o esigenze personalizzate (come grandi aziende o multinazionali), il canone può facilmente superare i 250 euro mensili, con quotazioni personalizzate nella fascia enterprise.
- Imposta di bollo: Si applica a quasi tutti i conti correnti, ed è attualmente pari a 34,20 euro annui per le persone giuridiche, quindi anche per le società di capitali e molte imprese individuali. L’aliquota e la modalità di applicazione possono tuttavia cambiare in funzione del saldo medio annuo e di eventuali agevolazioni.
- Costi operativi: Molti conti prevedono una quantità di operazioni gratuite (come bonifici, prelievi, addebiti SEPA), superata la quale si paga una commissione per ciascuna transazione extra. Ad esempio, alcuni piani di Deutsche Bank includono 30 operazioni a trimestre nel canone, dopodiché le registrazioni aggiuntive vengono tariffate singolarmente.
- Costi carte e servizi accessori: L’emissione delle carte di debito o di credito può comportare un costo (ad esempio, 2,25 euro per la spedizione della carta Fineco); i canoni annui per le carte di credito possono arrivare a circa 20 euro, mentre carte fisiche o virtuali addizionali destinate ai membri del team possono essere comprese nei piani avanzati o offerte come extra.
Funzionalità e fattori di scelta
Non tutti i conti aziendali sono uguali: le piattaforme digitali hanno rivoluzionato l’offerta bancaria fornendo strumenti pensati per rispondere alle nuove esigenze delle imprese, dalla gestione della tesoreria alla collaborazione tra team.
- Multiutenza e gestione del team: Le piattaforme digitali più recenti consentono di aggiungere diversi membri al conto, assegnare ruoli, permessi e carte fisiche o virtuali differenziate. Questa funzione è fondamentale per aziende che desiderano mantenere un controllo rigoroso sulle spese e sulla suddivisione delle responsabilità interne.
- IBAN italiano: La presenza di un IBAN italiano facilita la gestione dei pagamenti con clienti e fornitori nazionali, oltre a semplificare gli adempimenti fiscali. Alcuni conti business internazionali offrono invece IBAN estero, soluzione preferibile solo per chi opera massicciamente con l’estero.
- Pagamenti fiscali e gestione stipendi: Per chi deve effettuare pagamenti di F24, stipendi o contributi previdenziali, è essenziale scegliere piattaforme che garantiscano la compatibilità con questi servizi, come Finom, Tot o Hype Business. Non tutti i conti digitali coprono l’intera gamma di adempimenti italiani: è quindi opportuno verificare attentamente questa caratteristica in fase di scelta.
Quando è necessario il conto aziendale
La normativa italiana non impone universalmente l’apertura di un conto corrente societario a chi possiede partita IVA. Tuttavia, la situazione cambia in base al volume d’affari e alla forma giuridica dell’impresa.
- Obbligo di conto dedicato: Pur non essendo obbligatorio per tutte le partite IVA, scatta l’obbligo per professionisti e imprese che oltrepassano i 400.000 euro annui di fatturato. In questo caso, la legge impone la tenuta della contabilità ordinaria, che richiede un conto esclusivamente destinato all’attività.
- Vantaggi operativi: Anche quando non imposto dalla normativa, avere un conto separato rispetto a quello personale è caldamente consigliato. Questo permette un più agevole monitoraggio delle entrate e delle uscite, semplificando la gestione amministrativa, la rendicontazione fiscale e il dialogo con il commercialista.
Consigli pratici e tendenze nel 2025
Negli ultimi anni, la digitalizzazione ha abbattuto molte delle barriere economiche e burocratiche che caratterizzavano l’apertura dei conti aziendali presso le banche tradizionali. Per molte nuove imprese e startup, le offerte fintech rappresentano oggi la scelta primaria:
- Piani senza spese di apertura e canoni contenuti per le fasce base facilitano l’accesso anche per freelance, e-commerce e PMI di recente costituzione.
- Gestione tramite app: La presenza di applicazioni intuitive semplifica il controllo delle finanze, la creazione di report su misura e la pianificazione delle spese future. L’operatività digitale permette anche apertura e gestione completamente online, senza necessità di recarsi in filiale.
- Piattaforme integrative: Molti nuovi conti aziendali digitali si integrano facilmente con software di contabilità, CRM o gestionale, velocizzando sia la fatturazione sia i processi di pagamento.
- Sicurezza e supporto: La sicurezza informatica viene costantemente aggiornata, e il supporto clienti è spesso disponibile via chat, mail e telefono, con tempi di risposta rapidi e assistenza anche per le procedure KYC e antiriciclaggio.
Tra i fattori discriminanti da valutare nella scelta finale figurano la trasparenza sui costi, la presenza di funzionalità necessarie rispetto al proprio business, la facilità di accesso alle operazioni bancarie e la possibilità di estendere la piattaforma a nuovi collaboratori in modo scalabile in funzione della crescita aziendale.
La flessibilità d’uso e la modularità delle offerte, con costi facilmente prevedibili, rappresentano oggi il criterio di selezione più richiesto da chi apre un conto aziendale in Italia, specialmente in un contesto di continua evoluzione digitale del settore bancario nazionale e internazionale.